"Umbria,
cuore verde d´Italia", "Umbria, terra di santi", "Umbria mistica",
sono alcuni dei tanti appellativi che hanno contribuito a diffondere in
tutto il mondo l'immagine di una regione a vocazione essenzialmente
religiosa, naturalistica e turistica. Testimoni in
epoche diverse del misticismo sono stati San Benedetto, San Francesco,
Santa Chiara e Santa Rita, i cui valori morali e religiosi hanno segnato profondamente la storia
dell'Umbria, lasciando segni indelebili
del proprio operato in tutti quei monumenti eretti dopo la loro
scomparsa che hanno assunto, nei secoli successivi, la funzione di
centri devozionali legati all'universalità della fede.
Seguendo le virtù
e gli insegnamenti di questi santi sono emersi, successivamente,
personaggi di indubbie qualità mistiche, quali Angelada Foligno,
Giovanna da Orvieto, Chiara da Montefalco, Margherita da Città di
Castello, Angelina da Montegiove, Colomba da Rieti e Margherita da
Cortona che hanno assunto un ruolo fondamentale nella storia religiosa dell'Umbria.
Tutte queste
figure, pur nella loro grandezza, non sono state le uniche che hanno
segnato in modo incisivo le vicende storiche regionali. Città, piccole
comunità, famiglie, condottieri e personaggi di umili origini, sono
stati a loro volta protagonisti di una storia diversa, talvolta segnata
da crudeltà e violenze, ma non per questo meno significativa.
L'Umbria,
regione geograficamente al centro dell'Italia, è stata il
"palcoscenico" involontario di lotte tra impero e papato, di passaggi di
eserciti e truppe, di assegnazioni terriere per i servizi resi, di
conquiste da parte di piccoli "signorotti": tutte vicende rivolteall'affermazione del "potere" che da sempre ha caratterizzato la storia di una
civiltà.
L'analisi di
eventi e personaggi, quasi tutti "laici", s'interseca inevitabilmente
con quella delle città, dei comuni, delle costruzioni fortificate e
delle proprietà terriere, fulcri fondamentali di insediamenti,
infeudazioni, acquisizioni, conquiste armate, controlli giurisdizionali
la cui conoscenza approfondita può condurci ad una rilettura e ad
una visione cosmopolita degli avvenimenti storici che hanno visto
protagonista questa piccola regione, sempre contesa da tutti.
Questa ricerca
è iniziata nel 1992 quando, girovagando per l'Umbria insieme
all'amico
Alberto Gori per alcune riprese fotografiche, mi resi conto che,
accanto a quel ricco patrimonio religioso e artistico, esistevano anche
una miriade di luoghi fortificati, taluni dei quali sconosciuti
anche dagli stessi residenti, almeno per quello che riguarda le
vicende storiche che li avevano visti protagonisti. Dopo aver
approntato una classificazione in base ai comuni di appartenenza, si è proceduto
all'individuazione sul territorio attraverso
l'uso
di una cartografia dettagliata che permettesse di percorrere
itinerari ben definiti durante le riprese fotografiche.
La
documentazione iconografica, per la prima volta, è stata fondamentale per
la conoscenza dei manufatti perché si è cercato di eseguirla con
estrema professionalità, secondo criteri di esposizione luminosa e
composizione stilistica ben definiti: talvolta le riprese hanno anche
richiesto più di un intervento in attesa delle ore migliori in cui la luce
mettesse in risalto le caratteristiche architettoniche, stilistiche e
paesaggistiche della costruzione.
I criteri che ci
hanno guidato durante le riprese hanno seguito alcuni canoni
fondamentali, da noi scelti arbitrariamente, ma con idonea cognizione di
causa: castelli, fortezze e rocche che fossero in discreto stato
conservativo, con l'esclusione, quindi, di ruderi o di reperti che non
premettessero una visione o una descrizione quanto più completa
possibile delle fortificazioni. La presenza
contemporanea di cinte murarie, torrioni, casseri, porte d'ingresso sono
stati gli elementi che ci hanno guidato, nella maggior parte dei casi,
a inserire le costruzioni nel contesto della presente opera.
Qualche
eccezione è stata fatta, ma poche in verità: si tratta di complessi
militari che hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia dell'Umbria
attraverso l'importanza intrinseca della struttura o quale sito di origine
di personaggi e famiglie importanti. L'idea di
inserire anche costruzioni ottocentesche è partita dalla constatazione
che talune di queste furono edificate su preesistenti insediamenti
medievali andati distrutti dall'incuria dei tempi o dalla ferocia degli
uomini, insediamenti che hanno sempre svolto un ruolo storico
significativo in termini sia di rilevanza strategica che quale
"palcoscenico involontario" di drammi e di eventi gioiosi.
Nell'Umbria
dell'Ottocento, in particolar modo nel perugino, invalse la moda di
costruirsi civili abitazioni signorili, al centro soprattutto di proprietà
terriere, a guisa dei castelli medievali. La conoscenza dei manufatti e
dei personaggi che li hanno edificati può costituire uno strumento
fondamentale per l'approfondimento di
un'epoca che ha finalmente
portato all'unità di una nazione, facendo salire alla ribalta figure
eroiche del risorgimento.Se vogliamo
analizzare, poi, tutti questi fortilizi, seguendo un criterio di
classificazione per destinazione d'uso, osserviamo che, partendo dal
Medioevo, tutte queste costruzioni da un'iniziale funzione difensiva hanno
assunto criteri stilistici e funzionali diversificati: borgo, città,
villa residenziale, centro di una tenuta agricola fino all'Ottocento;
centro culturale, agrituristico, alberghiero e turistico in questo
secolo.
L'acquisizione
degli elementi geografici e storici, la valutazione e la riflessione
approfondita sullo stato conservativo delle singole costruzioni, la
diffusione attraverso una pubblicazione che, per la prima volta in
maniera sistematica e completa, permette una conoscenza globale dell'argomento,
rappresentano elementi fondamentali per suscitare un
interesse da parte di coloro che, probabilmente, potrebbero
investire risorse umane e materiali affinché in taluni casi non si accentui
il degrado o l'abbandono al quale molte di queste strutture
risultano attualmente essere andate incontro. D´altronde gli
scopi che ci siamo prefissati consistono anche nell'offrire
soluzioni alternative per un itinerario turistico che esca dai consueti
canoni fossilizzati dai quali emerge un'Umbria, oasi di pace, misticismo
e salubrità, che è sempre tipica, però, dei centri maggiori o
almeno di quelli a più forte vocazione turistica.
In questo caso
è la rivincita dei piccoli centri, dei borghi sperduti, dei castelli
arroccati su pendii collinari, che potrebbero diventare in futuro degni di
quell'attenzione che hanno suscitato in altre regioni italiane simili
patrimoni architettonici: basti pensare al Piemonte, alla Valle d'Aosta,
alla Lombardia, all'Emilia Romagna, alle Marche e alla Toscana
dove da decenni singole amministrazioni, società immobiliari o
privati cittadini hanno affrontato il problema del recupero, del
consolidamento, della valorizzazione e dell'efficiente e moderna
destinazione d'uso.
Il business
delle "mura antiche" è ancora una novità in Italia, anche se moltissime
delle oltre 20.000 strutture fortificate oggi rivivono grazie a
riusciti ed intelligenti interventi di recupero. In molti paesi europei
come il Portogallo, l'Austria, la Francia, l´Inghilterra, la Scozia e
l'Irlanda
i proprietari si sono attivati per "aprire" intelligentemente
al pubblico le proprie dimore, recuperando buona parte delle
pesanti spese di restauro e manutenzione.
La suddivisione
di tutto il materiale in base all'ubicazione territoriale,
provinciale e comunale, vuole essere nella sostanza una metodologia
operativa per una facile individuazione e per una pratica programmazione
di visite guidate seguendo itinerari che evitino inutili e dispersivi
percorsi. L'idea di
affiancare alle immagini anche esaustive schede storiografiche
rappresenta un tentativo di apportare all'edizione un carattere di
scientificità utile per eventuali approfondimenti. Per i testi mi sono
basato su pubblicazioni locali esistenti, su ricerche d'archivio, su
notizie e studi gentilmente segnalati o messi a disposizione da
funzionari culturali di singole amministrazioni, esperti e
storici di fama. Molti degli attuali proprietari, a dimostrazione di
un interesse e di una profonda sensibilità nei riguardi di
questa ricerca, mi hanno cortesemente inviato documenti inediti relativi
ai fortilizi o alla storia della propria famiglia: li ringrazio
pubblicamente di tutto cuore.
Probabilmente
qualcuno rileverà piccole inesattezze o notizie incomplete, me
ne scuso con il lettore in anticipo, e sarò grato se qualcuno vorrà
segnalarle; in un'eventuale seconda edizione saranno certamente
corrette. Non ci illudiamo di aver fatto un'opera esauriente ma dotata di
indubbia utilità secondo criteri per noi validi sia in termini di
qualità iconografica che nelle schede storiche a sostegno, il tutto
attraverso la massima onestà intellettuale.
Accanto alle
diverse e variegate vicende storiche locali - militari, amministrative,
dinastiche o sentimentale - che ho cercato quanto più possibile di
collegare ad eventi di interesse regionale e nazionale, anche attraverso
una descrizione accurata dei personaggi che ne sono stati
protagonisti, ho ritenuto opportuno soffermarmi in qualche caso sulla
descrizione di eventi più semplici, lieti o tristi che siano, affinché il
lettore possa immedesimarsi nei vari periodi epocali e nella vita
quotidiana che li caratterizzava, la quale, pur con le dovute diversità
storiche, è quella che anche oggi emerge dall'analisi della moderna
famiglia: fidanzamenti, matrimoni, relazioni extraconiugali,
drammatiche lotte per la proprietà, faide familiari, abbandono della
struttura per insorte difficoltà economiche e politiche.
Su tutto,
aleggia sempre il potere pontificio che ha avuto nei vari secoli un ruolo
preponderante nelle vicende dell'Umbria dall'arrivo del cardinale Gil
Albornoz, fino alla proclamazione dell'Unità d´Italia, attraverso il
controllo del territorio per mezzo delle diverse famiglie feudatarie o dei
cardinali legati o dei commissari apostolici. èappunto seguendo
questa ricognizione che il lettore potrà farsi un´idea più esaustiva
sulla storia delle famiglie umbre (Baglioni, Degli Oddi, Ranieri,
Vitelli, Bourbon, Trinci, Montoro, Gabrielli, Atti, Monaldeschi,
Chiaravalle, ecc.) e i rapporti che queste ebbero con quelle di più
alto lignaggio (Montefeltro, Borgia, Varano, Colonna, Angiò, Della
Rovere, Este, Medici, Orsini, Savoia, ecc.).Le gesta di
valorosi feudatari rivivono accanto a personaggi senza scrupoli,
assetati di potere, che arrivano ai propri scopi macchiandosi dei più
efferati delitti, in nome dell'imperatore o del papa, ricorrendo
talvolta allo sterminio di tutto un ramo della famiglia.
Il
castello di Petroia
Queste mura
potrebbero anche raccontare l'amore tra Annibale Baldeschi e la giovane
suocera Ventura, moglie di Braccio II Baglioni nel castello di
Torchiagina; la travolgente relazione tra Guidantonio d'Urbino e
Elisabetta degli Accomanducci dalla quale nacque il famoso Federico II da
Montefeltro nel castello di Petroia; le insidie alla virtù tentate
da Nicolò VIII Trinci verso la bellissima moglie di Pietro di
Pasquale di Vagnolo, castellano di Rasiglia, che si vendicò gettando Nicolò
dalla torre di Nocera Umbra; la decennale passione tra Marianna
Bacinetti Florenzi Waddington e Ludwig von Wittelsbach, principe
ereditario poi salito al trono di Baviera, che aleggiò nel castello di
Ascagnano; oppure, in tempi più recenti, le avventure libertine di
Vittorio Emanuele II con Rosa Vercelliana Guerrieri che portò alla
nascita di Vittoria, la quale si fece costruire proprio un castello nelle
vicinanze di Città della Pieve.
L'intento che
mi sono proposto è che questa opera possa essere un valido ausilio a
coloro che s'interessano di storia locale, ai giovani studenti, agli
operatori turistici, alle amministrazioni e a tutti coloro che
volessero approfondire la materia riportando alla luce della conoscenza ciò
che è stato offuscato dall'oblio o dall'incuria degli uomini. Mi
auguro soprattutto che i giovani studenti, oggi proiettati verso un futuro
troppo spesso "virtuale", sappiano cogliere l'essenza del passato e i
valori che lo hanno permeato, positivi o negativi; sappiano essi
approfondire, riscoprire, metabolizzare, ciò che gli viene trasmesso
e, aiutandosi con la moderna tecnologia, progettare e costruirsi un
percorso culturale fuori dai classici "canovacci" scolastici.
Termino questa
breve prefazione ricordando due studiosi, ai quali vorrei dedicare l'opera, oggi purtroppo defunti: Pietro Luigi Menichetti di
Gubbio (1923-1998) e Mario Tabarrini di Castel Ritaldi (1916-1988),
poiché la lettura delle loro opere in larga parte incentrate sulla
storia di queste strutture militari ha costituito per me lo stimolo
determinante per iniziare ed approfondire gli studi su questo complesso
argomento. A questa dedica associo il ringraziamento più sincero a
tutti coloro che hanno collaborato fattivamente attraverso l´invio
di materiale archivistico, editoriale o semplicemente
fornendo piccole notizie dalle quali sono risalito per sviluppare
ulteriormente gli argomenti.
Un elogio
rivolgo alle edizioni Quattroemme che hanno accolto con entusiasmo la
proposta editoriale e che l´hanno sviluppata con la consueta
professionalità, già ampiamente dimostrata in altre pubblicazioni.Il sostegno
della Regione dell'Umbria, attraverso l'assessore Ada Girolamini che
ha creduto fin dall´inizio in questa pubblicazione, costituisce,
come spesso accade per le pubbliche amministrazioni,l´anello di
congiunzione imprescindibile tra cultura e politica, tra riscoperta del
territorio e valorizzazione delle risorse, anche nei piccoli centri,
tra analisi delle strutture architettoniche e conservazione
delle medesime con criteri uniformi, affinché una regione possa crescere
territorialmente all'unisono senza la tristemente famosa
"legge dei numeri" che ha sempre governato il mondo producendo lacerazioni e
dissidi inconciliabili.
*
Castelli, fortezze e rocche dell'Umbria, edizioni Quattroemme, Ponte San
Giovanni (Perugia)
1999, pp. 408, ill. 217 a colori. Suddivisi per provincia e per comune, l'autore
descrive le vicende storiche di 217 castelli umbri attraverso esaustive schede e
immagini di grande effetto visivo. Completano
l'opera un ricco apparato bibliografico e un corposo indice dei
nomi di persona (circa 1200), che permettono di approfondire i ruoli
che i singoli personaggi, più o meno noti, hanno avuto nella storia
dell'Umbria.
Prefazione al volume, qui
ripresentata a cura dell'autore.