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di DANIELE AMONI

    

PREFAZIONE*

"Umbria, cuore verde d´Italia", "Umbria, terra di santi", "Umbria mistica", sono alcuni dei tanti appellativi che hanno contribuito a diffondere in tutto il mondo l'immagine di una regione a vocazione essenzialmente religiosa, naturalistica e turistica. Testimoni in epoche diverse del misticismo sono stati San Benedetto, San Francesco, Santa Chiara e Santa Rita, i cui valori morali e religiosi hanno segnato profondamente la storia dell'Umbria, lasciando segni indelebili del proprio operato in tutti quei monumenti eretti dopo la loro scomparsa che hanno assunto, nei secoli successivi, la funzione di centri devozionali legati all'universalità della fede.

Seguendo le virtù e gli insegnamenti di questi santi sono emersi, successivamente, personaggi di indubbie qualità mistiche, quali Angela da Foligno, Giovanna da Orvieto, Chiara da Montefalco, Margherita da Città di Castello, Angelina da Montegiove, Colomba da Rieti e Margherita da Cortona che hanno assunto un ruolo fondamentale nella storia religiosa dell'Umbria.

Tutte queste figure, pur nella loro grandezza, non sono state le uniche che hanno segnato in modo incisivo le vicende storiche regionali. Città, piccole comunità, famiglie, condottieri e personaggi di umili origini, sono stati a loro volta protagonisti di una storia diversa, talvolta segnata da crudeltà e violenze, ma non per questo meno significativa.

L'Umbria, regione geograficamente al centro dell'Italia, è stata il "palcoscenico" involontario di lotte tra impero e papato, di passaggi di eserciti e truppe, di assegnazioni terriere per i servizi resi, di conquiste da parte di piccoli "signorotti": tutte vicende rivolte  all'affermazione del "potere" che da sempre ha caratterizzato la storia di una civiltà.

L'analisi di eventi e personaggi, quasi tutti "laici", s'interseca inevitabilmente con quella delle città, dei comuni, delle costruzioni fortificate e delle proprietà terriere, fulcri fondamentali di insediamenti, infeudazioni, acquisizioni, conquiste armate, controlli giurisdizionali la cui conoscenza approfondita può condurci ad una rilettura e ad una visione cosmopolita degli avvenimenti storici che hanno visto protagonista questa piccola regione, sempre contesa da tutti.

Questa ricerca è iniziata nel 1992 quando, girovagando per l'Umbria insieme all'amico Alberto Gori per alcune riprese fotografiche, mi resi conto che, accanto a quel ricco patrimonio religioso e artistico, esistevano anche una miriade di luoghi fortificati, taluni dei quali sconosciuti anche dagli stessi residenti, almeno per quello che riguarda le vicende storiche che li avevano visti protagonisti. Dopo aver approntato una classificazione in base ai comuni di appartenenza, si è proceduto all'individuazione sul territorio attraverso l'uso di una cartografia dettagliata che permettesse di percorrere itinerari ben definiti durante le riprese fotografiche.

La documentazione iconografica, per la prima volta, è stata fondamentale per la conoscenza dei manufatti perché si è cercato di eseguirla con estrema professionalità, secondo criteri di esposizione luminosa e composizione stilistica ben definiti: talvolta le riprese hanno anche richiesto più di un intervento in attesa delle ore migliori in cui la luce mettesse in risalto le caratteristiche architettoniche, stilistiche e paesaggistiche della costruzione.

I criteri che ci hanno guidato durante le riprese hanno seguito alcuni canoni fondamentali, da noi scelti arbitrariamente, ma con idonea cognizione di causa: castelli, fortezze e rocche che fossero in discreto stato conservativo, con l'esclusione, quindi, di ruderi o di reperti che non premettessero una visione o una descrizione quanto più completa possibile delle fortificazioni. La presenza contemporanea di cinte murarie, torrioni, casseri, porte d'ingresso sono stati gli elementi che ci hanno guidato, nella maggior parte dei casi, a inserire le costruzioni nel contesto della presente opera.

Qualche eccezione è stata fatta, ma poche in verità: si tratta di complessi militari che hanno svolto un ruolo fondamentale nella storia dell'Umbria attraverso l'importanza intrinseca della struttura o quale sito di origine di personaggi e famiglie importanti. L'idea di inserire anche costruzioni ottocentesche è partita dalla constatazione che talune di queste furono edificate su preesistenti insediamenti medievali andati distrutti dall'incuria dei tempi o dalla ferocia degli uomini, insediamenti che hanno sempre svolto un ruolo storico significativo in termini sia di rilevanza strategica che quale "palcoscenico involontario" di drammi e di eventi gioiosi.

Nell'Umbria dell'Ottocento, in particolar modo nel perugino, invalse la moda di costruirsi civili abitazioni signorili, al centro soprattutto di proprietà terriere, a guisa dei castelli medievali. La conoscenza dei manufatti e dei personaggi che li hanno edificati può costituire uno strumento fondamentale per l'approfondimento di un'epoca che ha finalmente portato all'unità di una nazione, facendo salire alla ribalta figure eroiche del risorgimento. Se vogliamo analizzare, poi, tutti questi fortilizi, seguendo un criterio di classificazione per destinazione d'uso, osserviamo che, partendo dal Medioevo, tutte queste costruzioni da un'iniziale funzione difensiva hanno assunto criteri stilistici e funzionali diversificati: borgo, città, villa residenziale, centro di una tenuta agricola fino all'Ottocento; centro culturale, agrituristico, alberghiero e turistico in questo secolo.

L'acquisizione degli elementi geografici e storici, la valutazione e la riflessione approfondita sullo stato conservativo delle singole costruzioni, la diffusione attraverso una pubblicazione che, per la prima volta in maniera sistematica e completa, permette una conoscenza globale dell'argomento, rappresentano elementi fondamentali per suscitare un interesse da parte di coloro che, probabilmente, potrebbero investire risorse umane e materiali affinché in taluni casi non si accentui il degrado o l'abbandono al quale molte di queste strutture risultano attualmente essere andate incontro. D´altronde gli scopi che ci siamo prefissati consistono anche nell'offrire soluzioni alternative per un itinerario turistico che esca dai consueti canoni fossilizzati dai quali emerge un'Umbria, oasi di pace, misticismo e salubrità, che è sempre tipica, però, dei centri maggiori o almeno di quelli a più forte vocazione turistica.

In questo caso è la rivincita dei piccoli centri, dei borghi sperduti, dei castelli arroccati su pendii collinari, che potrebbero diventare in futuro degni di quell'attenzione che hanno suscitato in altre regioni italiane simili patrimoni architettonici: basti pensare al Piemonte, alla Valle d'Aosta, alla Lombardia, all'Emilia Romagna, alle Marche e alla Toscana dove da decenni singole amministrazioni, società immobiliari o privati cittadini hanno affrontato il problema del recupero, del consolidamento, della valorizzazione e dell'efficiente e moderna destinazione d'uso.

Il business delle "mura antiche" è ancora una novità in Italia, anche se moltissime delle oltre 20.000 strutture fortificate oggi rivivono grazie a riusciti ed intelligenti interventi di recupero. In molti paesi europei come il Portogallo, l'Austria, la Francia, l´Inghilterra, la Scozia e l'Irlanda i proprietari si sono attivati per "aprire" intelligentemente al pubblico le proprie dimore, recuperando buona parte delle pesanti spese di restauro e manutenzione.

La suddivisione di tutto il materiale in base all'ubicazione territoriale, provinciale e comunale, vuole essere nella sostanza una metodologia operativa per una facile individuazione e per una pratica programmazione di visite guidate seguendo itinerari che evitino inutili e dispersivi percorsi. L'idea di affiancare alle immagini anche esaustive schede storiografiche rappresenta un tentativo di apportare all'edizione un carattere di scientificità utile per eventuali approfondimenti. Per i testi mi sono basato su pubblicazioni locali esistenti, su ricerche d'archivio, su notizie e studi gentilmente segnalati o messi a disposizione da funzionari culturali di singole amministrazioni, esperti e storici di fama. Molti degli attuali proprietari, a dimostrazione di un interesse e di una profonda sensibilità nei riguardi di questa ricerca, mi hanno cortesemente inviato documenti inediti relativi ai fortilizi o alla storia della propria famiglia: li ringrazio pubblicamente di tutto cuore.

Probabilmente qualcuno rileverà piccole inesattezze o notizie incomplete, me ne scuso con il lettore in anticipo, e sarò grato se qualcuno vorrà segnalarle; in un'eventuale seconda edizione saranno certamente corrette. Non ci illudiamo di aver fatto un'opera esauriente ma dotata di indubbia utilità secondo criteri per noi validi sia in termini di qualità iconografica che nelle schede storiche a sostegno, il tutto attraverso la massima onestà intellettuale.

Accanto alle diverse e variegate vicende storiche locali - militari, amministrative, dinastiche o sentimentale - che ho cercato quanto più possibile di collegare ad eventi di interesse regionale e nazionale, anche attraverso una descrizione accurata dei personaggi che ne sono stati protagonisti, ho ritenuto opportuno soffermarmi in qualche caso sulla descrizione di eventi più semplici, lieti o tristi che siano, affinché il lettore possa immedesimarsi nei vari periodi epocali e nella vita quotidiana che li caratterizzava, la quale, pur con le dovute diversità storiche, è quella che anche oggi emerge dall'analisi della moderna famiglia: fidanzamenti, matrimoni, relazioni extraconiugali, drammatiche lotte per la proprietà, faide familiari, abbandono della struttura per insorte difficoltà economiche e politiche.

Su tutto, aleggia sempre il potere pontificio che ha avuto nei vari secoli un ruolo preponderante nelle vicende dell'Umbria dall'arrivo del cardinale Gil Albornoz, fino alla proclamazione dell'Unità d´Italia, attraverso il controllo del territorio per mezzo delle diverse famiglie feudatarie o dei cardinali legati o dei commissari apostolici. è appunto seguendo questa ricognizione che il lettore potrà farsi un´idea più esaustiva sulla storia delle famiglie umbre (Baglioni, Degli Oddi, Ranieri, Vitelli, Bourbon, Trinci, Montoro, Gabrielli, Atti, Monaldeschi, Chiaravalle, ecc.) e i rapporti che queste ebbero con quelle di più alto lignaggio (Montefeltro, Borgia, Varano, Colonna, Angiò, Della Rovere, Este, Medici, Orsini, Savoia, ecc.). Le gesta di valorosi feudatari rivivono accanto a personaggi senza scrupoli, assetati di potere, che arrivano ai propri scopi macchiandosi dei più efferati delitti, in nome dell'imperatore o del papa, ricorrendo talvolta allo sterminio di tutto un ramo della famiglia.

Il castello di Petroia

  

Queste mura potrebbero anche raccontare l'amore tra Annibale Baldeschi e la giovane suocera Ventura, moglie di Braccio II Baglioni nel castello di Torchiagina; la travolgente relazione tra Guidantonio d'Urbino e Elisabetta degli Accomanducci dalla quale nacque il famoso Federico II da Montefeltro nel castello di Petroia; le insidie alla virtù tentate da Nicolò VIII Trinci verso la bellissima moglie di Pietro di Pasquale di Vagnolo, castellano di Rasiglia, che si vendicò gettando Nicolò dalla torre di Nocera Umbra; la decennale passione tra Marianna Bacinetti Florenzi Waddington e Ludwig von Wittelsbach, principe ereditario poi salito al trono di Baviera, che aleggiò nel castello di Ascagnano; oppure, in tempi più recenti, le avventure libertine di Vittorio Emanuele II con Rosa Vercelliana Guerrieri che portò alla nascita di Vittoria, la quale si fece costruire proprio un castello nelle vicinanze di Città della Pieve.

L'intento che mi sono proposto è che questa opera possa essere un valido ausilio a coloro che s'interessano di storia locale, ai giovani studenti, agli operatori turistici, alle amministrazioni e a tutti coloro che volessero approfondire la materia riportando alla luce della conoscenza ciò che è stato offuscato dall'oblio o dall'incuria degli uomini. Mi auguro soprattutto che i giovani studenti, oggi proiettati verso un futuro troppo spesso "virtuale", sappiano cogliere l'essenza del passato e i valori che lo hanno permeato, positivi o negativi; sappiano essi approfondire, riscoprire, metabolizzare, ciò che gli viene trasmesso e, aiutandosi con la moderna tecnologia, progettare e costruirsi un percorso culturale fuori dai classici "canovacci" scolastici.

Termino questa breve prefazione ricordando due studiosi, ai quali vorrei dedicare l'opera, oggi purtroppo defunti: Pietro Luigi Menichetti di Gubbio (1923-1998) e Mario Tabarrini di Castel Ritaldi (1916-1988), poiché la lettura delle loro opere in larga parte incentrate sulla storia di queste strutture militari ha costituito per me lo stimolo determinante per iniziare ed approfondire gli studi su questo complesso argomento. A questa dedica associo il ringraziamento più sincero a tutti coloro che hanno collaborato fattivamente attraverso l´invio di materiale archivistico, editoriale o semplicemente fornendo piccole notizie dalle quali sono risalito per sviluppare ulteriormente gli argomenti.

Un elogio rivolgo alle edizioni Quattroemme che hanno accolto con entusiasmo la proposta editoriale e che l´hanno sviluppata con la consueta professionalità, già ampiamente dimostrata in altre pubblicazioni. Il sostegno della Regione dell'Umbria, attraverso l'assessore Ada Girolamini che ha creduto fin dall´inizio in questa pubblicazione, costituisce, come spesso accade per le pubbliche amministrazioni, l´anello di congiunzione imprescindibile tra cultura e politica, tra riscoperta del territorio e valorizzazione delle risorse, anche nei piccoli centri, tra analisi delle strutture architettoniche e conservazione delle medesime con criteri uniformi, affinché una regione possa crescere territorialmente all'unisono senza la tristemente famosa "legge dei numeri" che ha sempre governato il mondo producendo lacerazioni e dissidi inconciliabili.

  


Castelli, fortezze e rocche dell'Umbria, edizioni Quattroemme, Ponte San Giovanni (Perugia) 1999, pp. 408, ill. 217 a colori. Suddivisi per provincia e per comune, l'autore descrive le vicende storiche di 217 castelli umbri attraverso esaustive schede e immagini di grande effetto visivo. Completano l'opera un ricco apparato bibliografico e un corposo indice dei nomi di persona (circa 1200), che permettono di approfondire i ruoli che i singoli personaggi, più o meno noti, hanno avuto nella storia dell'Umbria.

  

Prefazione al volume, qui ripresentata a cura dell'autore.

  

©2002 Daniele Amoni

 


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